Mente e materia

La “materia solida” sembra tale solo al livello macroscopico della vita, cioè al livello della vita in cui viviamo. L’illusione è data dai nostri sensi e dalla forza elettromagnetica. I nostri occhi possono percepire la natura solo in una scala più grande della realtà subatomica. La retina registra le onde elettromagnetiche riflesse dall’ambiente e la mente struttura questi vari impulsi formando colori e forme familiari. Nell’ “universo” oggettivo non ci sono né il rosso né il verde e nemmeno l’azzurro, ma solo fluttuazioni dei campi immateriali di cui fanno parte.

L’effetto della solidità è prodotto dalla carica elettromagnetica negativa degli elettroni. Quindi, le sensazioni dei colori e tutte le altre sensazioni di questo tipo esistono solo nella mente. Provate ad avvicinare i due poli negativi di due magneti… si respingeranno ancor prima di toccarsi. Dato che ogni atomo è circondato da un’onda pulsante di carica negativa (anche se si parla di uno o più elettroni) gli atomi solitamente si respingono. Nonostante siano completamente immateriali, gli atomi non possono interprenetrarsi a causa della forza elettromagnetica.

Nel nostro livello di realtà, quando urtiamo con una gamba un tavolino, le forze elettromagnetiche del nostro corpo vengono respinte da quelle del tavolino. Il mondo sembra solido alla vista e al tatto ma è tutta un’illusione! Le particelle subatomiche sono onde immateriali fatte di nulla. Al livello più fondamentale della meccanica quantistica, l’intero universo e il nostro corpo fisico sono inconsistenti come la mente stessa!

Ma non solo. I fisici del ventesimo secolo hanno scoperto con sorpresa, che a quel livello infinitesimale la sola osservazione di un sistema, cambia il sistema stesso. Osservare è come se fosse disturbare, quindi l’osservatore “partecipa” con il suo intervento influendo direttamente in quello che poi si andrà a misurare.

Per esempio, nel loro stato non osservato gli elettroni non sono in nessun luogo particolare, la loro posizione è descritta solo da onde di probabilità. In un dato momento vi è una probabilità di trovare un’elettrone in una o più aree, una probabilità inferiore di trovarlo in altre aree, e una possibilità piccolissima di trovarlo in qualsiasi parte dell’universo!

In definitiva è l’osservatore che mediante il procedimento di misurazione fa collassare la posizione dell’elettrone in un punto particolare. Ciò che i fisici definiscono collasso della funzione d’onda. Nella meccanica quantistica la mente dello scienziato è così intrecciata con l’oggetto in fase di studio, determinando o quasi annullando i confini tra il soggettivo e l’oggettivo. Secondo il fisico John Wheeler, se l’osservatore cambia ciò che osserva:
Per descrivere ciò che è successo bisogna cancellare il vecchio termine “osservatore” e sostituirlo con la nuova parola “partecipatore”.

Inoltre il fisico francese Bernard d’Espagnat scrive in un articolo pubblicato sulla rivista americana Scientific American:

La dottrina che sostiene che il mondo è fatto di oggetti la cui esistenza è indipendente dalla coscienza umana, si dimostra in conflitto con la meccanica quantistica e con i dati stabiliti per via sperimentale”.