Ideeforza Intevista il Dott. Fabrizio Coppola

Biografia

Fabrizio Coppola (1963) si è laureato in Fisica all'università di Pisa nel 1987. Dopo aver collaborato per anni con l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, opera attualmente nel campo delle scienze sociali. Ha scritto "Ipotesi sulla realtà" e "La teoria dei frattali e la previsione dei cicli di borsa". Nel 2003 il suo ultimo lavoro: "Il Segreto dell'Universo" - edizioni L'Età dell'Acquario. Ringraziando ancora Il Dott. Coppola per la sua gentile collaborazione, invitiamo i frequentatori di ideeforza.com di leggere le sue illuminanti pubblicazioni.

 

Domanda: Nel suo libro "il segreto dell'universo" (molto bello e
letto con grande interesse), lei ha un progetto davvero
ambizioso. superare, o meglio unificare gli aspetti che
dividono la scienza dalla spiritualità. Visto che lei,
oltre ad essere un fisico delle particelle è anche un
esploratore della coscienza, è come se dentro di se avesse
già realizzato questa sintesi, non è così?

Risposta: Questo è un effetto a medio-lungo periodo di certe pratiche
di meditazione (in particolare io pratico la MT, Meditazione
Trascendentale di Maharishi Mahesh Yogi, dal 1983).
Mentre nelle prime settimane o nei primi mesi si notano
soprattutto i benefici psico-fisiologici, come maggiore
calma e benessere, migliore chiarezza mentale, eliminazione
di stress, tensioni e blocchi psicologici, in seguito si comincia
a comprendere, o meglio, a percepire e sperimentare, che
questo è solo un effetto del ripulire il sistema nervoso e la
mente, il che crea una percezione più raffinata e porta a
comprendere, o semplicemente a sapere come se fosse
una convinzione innata, che l'intero universo è espressione
di un unico campo astratto, che si manifesta in infinite
forme diverse, e addirittura tramite due aspetti antitetici,
l'oggettivo e il soggettivo, che gli stati ordinari della mente
non sanno riconciliare ad un solo principio. Ma con una
lunga pratica si arriva ad accettare che l'intero universo
oggettivo (che nasce, secondo quanto la fisica sta cercando
di dimostrare definitivamente, da un "campo unificato" che
struttura tutte le manifestazioni oggettive, energia, materia,
spazio, tempo) crea la sua manifestazione dalla stessa fonte che
soggettivamente si può sperimentare come un campo di
pura consapevolezza senza pensieri concreti, quello che
talvolta si sperimenta durante la MT o tecniche simili,
allorché il sistema nervoso e la mente non sono impegnati
a dissolvere gli stress e le tensioni.
Secondo me questa è la stessa esperienza provata da vari
poeti, artisti, o persone comuni, che l'hanno espressa in
modo molto semplice e naturale. Ad esempio:
"Mi illumino di immenso" (Ungaretti);
"L'universo trova spazio dentro me" (Battisti/Mogol).
Questa esperienza sembra la stessa descritta anche da
alcuni poeti anglosassoni, come Alfred Tennyson o
John Symonds, o il filosofo Ralph Emerson. Per non
dire delle esperienze riportate da migliaia o milioni di
orientali.
Eppure da un punto di vista della logica comune tale
identità tra campo assoluto oggettivo e soggettivo può
apparire contraddittorio e impossibile: come fa il campo
della pura consapevolezza (che peraltro molti non hanno
mai provato e non immaginano che esista) e il campo unificato
ricercato nell'universo oggettivo dalla fisica contemporanea
ad essere la stessa cosa?! Ma questo è proprio il paradosso
della creazione, senza il quale non potrebbe esserci alcuna
manifestazione, nessun universo oggettivo che si proietta
davanti o (per così dire) "si oppone" alla percezione della
mente cosciente. Filosofi come Fichte e Schelling hanno
ampiamente trattato di questo, ma sono stati ascoltati da
pochi, e il loro "idealismo" è stato poi trasformato da Hegel
in una teoria complicata e (secondo me) confusa che si è
completamente allontanata dal concetto originario.
Per tornare alla domanda: una volta percepito che tale
"assurda" identità è possibile ed è perfino la base della
creazione, sembra inevitabile che le varie visioni parziali,
materialistiche e spirituali, scientifiche e filosofiche, debbano
tendere in ultima analisi a convergere, anche se dobbiamo
rimanere consapevoli che a livello di manifestazione oggettiva
rimarrà e regnerà la diversificazione, la differenza.

D: Mi hanno colpito molto i dati raccolti sull'effetto
procurato dalla Meditazione Trascendentale sulla pratica
quotidiana. Inoltre, i benefici effetti hanno riscontro
pure all'esterno, nel sociale, nei rapporti con gli altri.
I tempi sono maturi per un'integrazione di queste tecniche
in occidente?

R: Queste tecniche hanno avuto una diffusione sempre più
ampia a partire dagli anni '60. A partire dal 1970 alcune
riviste scientifiche hanno iniziato a confermare gli ottimi
risultati prodotti proprio dalla MT, e nel 1975 il dott.
Benson, con il suo libro "The relaxation response" ha
reso accettabili questi temi in Occidente. Secondo me
questa tendenza ad accettare i temi in questione in Italia
è iniziata solo negli anni '90, ma ormai ha superato la
fase cruciale, di scetticismo estremo se non di condanna,
e le cose potranno solo migliorare.

D: Secondo lei, visto le recenti scoperte della fisica,
approderemo ad una visione della spiritualità meno
dogmatica? Oppure le chiusure tra i popoli e le culture
saranno ancor più evidenti?

R: Rifacendomi alle cose che ho detto nelle precedenti
due risposte, credo che le differenze tra le diverse visioni
tenderanno inevitabilmente a diminuire, sebbene sarà
necessario un processo lungo e graduale, e forse ancora
macchiato da episodi negativi che cercheranno di
opporsi a tale tendenza. Secondo me comunque siamo
già entrati da alcuni anni nella fase di integrazione, se si
prendono in considerazione tutti gli eventi e non solo quelli
negativi o tragici.

D: Quando parla di campo unificato (meditazione MT) è come immaginarsi un oceano ondulatorio dove tutti i nostri ego
si annullano, e dove la separazione non esiste.
Questo sentire, che possiamo percepire durante una seduta
di meditazione, corrisponde alla realtà?

R: Credo di poter rispondere di sì, visto che quando se ne esce
si opera meglio e più efficacemente nella cosiddetta realtà
oggettiva. Tennyson e Symonds addirittura capovolgevano
il concetto dichiarando che quella era la vera realtà, fissa,
perfetta ed eterna, dove il concetto stesso della morte
faceva perfino sorridere: mentre nel mondo oggettivo dei
fenomeni tutto è e dev'essere in trasformazione.

D: Cos'è un pensiero? E' esclusivamente chimica celebrale,
oppure un fenomeno di energie più sottili che utilizzano
la struttura neurologica come mezzo di manifestazione?

R: Io credo che sia entrambe le cose, a seconda di come si
voglia vedere un pensiero: forse la contraddizione che vogliamo
vedere tra i due aspetti non esiste, così come non esiste
una contraddizione tra la visione del corpo umano data
dall'anatomia (una sorta di macchina) e i nostri pensieri
soggettivi ed emozioni, che convinvono in quella struttura oggettiva.

 

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